La morte di Socrate di Jacques-Louis David: analisi completa del quadro
ArteWorld.
Siamo quasi giunti al termine del nostro viaggio in compagnia del grande pittore Jacques-Louis David, il quale ci ha deliziato nelle ultime settimane grazie alle sue bellissime tele che abbiamo potuto scoprire attraverso le innumerevoli analisi che abbiamo realizzato sul nostro blog. Oggi andremo a studiare uno dei suoi quadri più popolari, intitolato “La morte di Socrate”.
All’interno di questo articolo andremo prima di tutto ad analizzare la composizione della scena, poi successivamente vedremo le scelte per cui David ha optato per la realizzazione di questa importantissima tela. Per approfondire ulteriormente questo artista e le sue opere, oltre a quello che riportiamo in questo articolo, potete cercare qualcosa di vostro interesse nel link immediatamente qui sotto.
Data di produzione: 1787
Dimensioni: 129,5 x 196,2 cm
Dove si trova: Metropolitan Museum of Art, New York
Il quadro, come suggerisce il titolo, rappresenta la morte di Socrate, e per tutti i dettagli della storia, il pittore attinge a piene mani dal “Fedone” di Platone, il quale era strettamente legato al famoso Socrate.
In poche parole Socrate era stato accusato e successivamente condannato poiché si diceva che corrompesse i giovani di Atene con le sue idee e la sua filosofia, nettamente contrastante alla tradizionale mitologia greca e i fondamenti religiosi su cui si basava la società. La condanna per questo crimine fu la pena di morte, la qual venne eseguita attraverso la bevuta di cicuta, e nel quadro viene proprio rappresentato il momento in cui il filosofo si appresta a bere.
Socrate si mostra calmo e confidente piuttosto che terrorizzato per il fato designatoli, trasformando la propria fine in una vera e propria ultima lezione per i suoi allievi, che parleranno di lui nei secoli avvenire. Il protagonista viene rappresentato vecchio e vestito di bianco, mentre si trova seduto su un letto al centro della composizione e risalta grazie alla luce che proviene dall’esterno della scena; con una mano sta attingendo da veleno, mentre con l’altra sta gesticolando e nel contempo parla, ammonendo i suoi seguaci e dettando i suoi ultimi insegnamenti.
I suoi allievi sono delle persone che spaziano tra la giovinezza e la vecchiaia, e tutti quanti sono afflitti e terrorizzati dai successivi momenti che seguiranno da quello rappresentato dal pittore, a tal punto che il giovane che trattiene la coppa con la cicuta, si volta addirittura dall’altra parte per non guardare; un altro ancora si aggrappa a Socrate mentre un altro uomo invece lo guarda nei suoi ultimi momenti.
In poche parole questa è la descrizione dell’opera, ma adesso cerchiamo di capire com’è nato questo capolavoro. Prima di realizzare la suddetta tela, David cercò le fonti che avrebbero potuto aiutarlo a realizzare la scena senza alcun tipo di errore, ma sembrerebbe che ci siano alcune inesattezze rispetto alla storia narrata nei dialoghi di Platone:
- Lo stesso Platone, alla morte di Socrate in realtà sarebbe stato un giovane ragazzo, mentre qui viene rappresentato barbuto e seduto ai piedi del letto.
- L’aspetto di Socrate è volutamente idealizzato, reso molto più bello e plastico rispetto a quanto narrino le fonti.
- Mancano tanti personaggi che nei dialoghi originali di Platone in realtà erano presenti; tra questi però, David ha lasciato presente Apollodoro, che appare anche nel testo originale.
Anche l’utilizzo del colore qui è volontario ed ha un significato ben preciso: i colori più accesi, come ad esempio il rosso e tonalità similari sono ben distaccati dal fulcro della scena, stanziandosi in particolare solo sulla cornice, per poi collimare nella veste scura dell’uomo che tiene la coppa di veleno in mano. Nella folla che si dispera, gli unici che sembrano apparentemente tranquilli sono Socrate e Platone, e per distinguerli dal resto della massa, il pittore gli dona due vesti color bianco tendente al blu.
Altro elemento interessante è la doppia firma da parte dell’artista: una si trova sotto la figura che stringe la gamba di Socrate, ovvero sotto Critone (che troviamo in forma estesa), mentre l’altra si trova sotto Platone, ma in questo caso, firma solo con le iniziali. Il significato della prima firma è legato alla somiglianza caratteriale che il pittore avverte nella figura di Critone, mentre l’altra sotto Platone sta a simboleggiare una sorta di ringraziamento per essere stato la fonte primaria per la realizzazione di questa scena.
La morte di Socrate di Jacques-Louis David: analisi completa del quadro
ArteWorld.