Deposizione Borghese di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Proseguiamo il nostro viaggio in compagnia delle bellissime opere di Raffaello Sanzio, e dopo aver concluso lo studio approfondito dell’opera “Resurrezione di Cristo”, oggi continuiamo a parlare di questo straordinario artista andando a scoprire un lavoro fondamentale della sua lunga carriera artistica: “Deposizione Borghese”.
Prima di procedere oltre con l’analisi completa del lavoro che comprenderà prima un breve riassunto legato alla commissione dell’opera per poi passare effettivamente allo studio approfondito del quadro, nel caso foste interessati a saperne di più su Raffaello Sanzio e sui suoi straordinari e fondamentali lavori, qui sotto trovate una buona serie di libri che potranno esservi utili.
Data di produzione: 1507
Dimensioni: 184 x 176 cm
Dove si trova: Galleria Borghese, Roma
L’opera, è intitolata, come abbiamo già anticipato, “Deposizione Borghese”, ma è conosciuta anche anche per essere lo scomparto principale della “Pala Baglione”. Sappiamo per certo che si tratta di un’opera di Raffello Sanzio, poiché quest’ultima è firmata in basso a sinistra con la scritta “RAPHAEL URBINAS MDVII”.
Parliamo per prima cosa della commissione dell’opera: questo lavoro è stato ordinato a Raffaello da Atlanta Baglioni, la quale era la mamma di Grifonetto Baglioni, entrambi esponenti di una potente famiglia di Perugia. Secondo le fonti, nella notte del 3 Luglio 1500 sembrerebbe che Grifonetto Baglioni, inseme ad altri avesse ordito una congiura per eliminare il resto della propria famiglia; dopo aver compiuto tale massacro, Grifonetto trovò rifugio presso sua madre Atlanta, la quale però non riuscì a proteggerla da Gian Paolo Baglioni, capo della famiglia ed uno dei pochi sopravvissuti al massacro, il quale in pochi attimi eliminò l’assassino. Anni dopo, Atlanta commissionò a Raffaello quest’opera per ricordare suo figlio che venne ucciso. Raffaello accettò immediatamente e realizzò questo capolavoro, che poi venne rubato dopo l’ordine del cardinale Scipione Borghese, poi andò a finire nel 1797 al Louvre dopo i furti ad opera di Napoleone Bonaparte, fino a che nel 1815 è ritornato presso la Galleria Borghese.
Dopo aver riportato brevemente l’importante sinossi legata alla commissione dell’opera, adesso passiamo all’analisi di questa “Deposizione Borghese”. La fonte più importante senza dubbio è la descrizione dell’opera realizzata dal primo storico dell’arte in assoluto, Giorgio Vasari e facendo riferimento alle sue parole cerchiamo di descrivere quest’opera.
Prima di tutto, il momento rappresentato non è effettivamente la deposizione dalla Croce e nemmeno il trasferimento del cadavere di Cristo nella tomba, ma è un istante che intercorre tra i due momenti che abbiamo citato. Sulla destra si può notare il Monte Calvario, mentre sulla sinistra è presente la grotta dove verrà posto il corpo di Cristo; sono due gli uomini che stanno utilizzando un pezzo di tela per trasportare il corpo senza vita di Cristo, e secondo alcuni studi, l’uomo più giovane in primo piano leggermente voltato di spalle, ricorderebbe senza dubbio Grifonetto.
Portando lo sguardo più dietro ed andando in secondo piano possiamo notare la presenza di San giovanni e Nicodemo (il quale ha lo sguardo rivolto verso qualcosa di ignoto e non verso ciò che sta accadendo), ma anche Maria Maddalena che, Raffaello con grande umanità e sensibilità, la rappresenta mentre gli tiene la mano.
Sulla destra dell’opera si può discernere un altro gruppo di personaggi, ovvero le tre Marie che sorreggono la madre di Gesù, ovvero la Vergine Maria, la quale ha perso i sensi per il troppo dolore. Alcuni studiosi analizzando da vicino la figura della Vergine e soprattutto la posizione in cui viene ritratta, hanno notato che senza dubbio Raffaello ha tratto liberamente ispirazione dal posizionamento delle figure all’interno dell’opera di Michelangelo, il “Tondo Doni”.
Deposizione Borghese di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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