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San Michele sconfigge Satana di Raffaello Sanzio: analisi completa del quadro

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San Michele sconfigge Satana di Raffaello Sanzio: analisi completa del quadro
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Dopo una breve pausa dovuta all’approfondimento dei molteplici eventi artistici in Italia che hanno visto protagonisti artisti del calibro di Escher, ma anche molti artisti post-impressionisti a Verona, oggi torniamo a parlare ancora una volta di Raffaello Sanzio e delle sue bellissime opere. All’interno di questo articolo andremo a scoprire “San Michele sconfigge Satana”.

All’interno di questo articolo descriveremo nel dettaglio quest’opera, partendo dalla commissione fino a giungere all’analisi stilistica del quadro, ma qualora voleste un quadro completo di Raffaello Sanzio, proprio come abbiamo fatto anche in tutti gli altri casi, qui sotto trovate diversi libri su Amazon che possono fare al caso vostro.

San Michele sconfigge Satana Raffaello Sanzio analisi

“San Michele sconfigge Satana” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1518

Dimensioni: 268 x 160 cm

Dove si trova: Musée du Louvre, Parigi

Il personaggio di San Michele ricorre più volte nella produzione artistica di Raffaello Sanzio. Il caso di cui parliamo oggi è dovuto alla commissione da parte di Lorenzo, il duca d’Urbino nel 1517, il quale voleva rendere omaggio al suo alleato Francesco I di Francia. La volontà di utilizzare proprio come soggetto San Michele era dovuto all’Ordine di San Michele, di cui Francesco I era Gran Maestro.

L’opera è molto interessante: vediamo che troneggia completamente la figura del santo, il quale occupa gran parte della composizione mentre schiaccia con il piede il mostro avversario, e Raffaello lo rappresenta proprio mentre sta per eliminarlo con la sua lancia. A rendere quasi “impressionista” il quadro, è la presenza dei drappi in movimento qua e la, che suggeriscono un continuo movimento da parte dei soggetti, come si stessero agitando nel combattimento.

Satana viene rappresentato a terra con il forcone in mano, mentre intorno a lui si estende il luogo di cui è re, ovvero gli inferi: accanto a lui ci sono delle rocce e delle fiamme, indicando una rappresentazione tradizionale di questo luogo; Satana invece ha delle corna che gli spuntano tra i capelli e invece delle ali d’angelo, ha delle ali di uccello, in netto contrasto con il suo avversario.

L’opera, dopo molti restauri, è stata trasportata su tela nel 1737; tale intervento, però, ha portato alla compromissione della bellezza originale del lavoro. Infine, l’opera è tra l’altro firmata e datata proprio sulla veste del Santo, con scritto “RAPHAEL VRBINAS FACEBAT M.D.XVIII”.

San Michele sconfigge Satana di Raffaello Sanzio: analisi completa del quadro
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El Greco in mostra a Treviso dal 24 Ottobre 2015 al 10 Aprile 2016

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El Greco in mostra a Treviso dal 24 Ottobre 2015 al 10 Aprile 2016
ArteWorld.

Continuiamo il nostro viaggio tra le mostre più interessanti in Italia, che nell’ultima triade del 2015 vede protagonisti in varie città artisti di tutto rispetto: abbiamo visto la mostra su Escher e anche quella che vede protagonista Raffaello a Torino. Oggi andiamo a scoprire tutti i dettagli riguardanti un evento che si tiene a Treviso, di cui il protagonista indiscusso è Domenikos Theotokopoulos, conosciuto anche come El Greco.

All’interno di questo articolo, come al solito, troverete tutti i dettagli inerenti a questo evento, tra cui costo del biglietto, orari di apertura e anche qualche breve stralcio relativo alle opere che compongono il percorso espositivo; oltre tutto ciò, qui sotto trovate una buona selezione di libri su questo artista, che a poco prezzo vi permetteranno di avere un quadro completo sullo stile di El Greco e anche diverse informazioni sulla sua vita.

Mostra El Greco Treviso Ottobre 2015 costo dettagli

Mostra El Greco Treviso Ottobre 2015 (IMMAGINE ARTEWORLD)

Luogo dell’esposizione: Casa dei Carraresi, Treviso

Data apertura mostra: 24 Ottobre 2015

Data chiusura mostra: 10 Aprile 2016

Orari di apertura al pubblico: Dal Martedì al Venerdì dalle 9.00 alle 19.00; Sabato e Domenica dalle 9.00 alle 20.00

Costo biglietto: 12,00€ Intero; 10,00€ Ridotto

La mostra è intitolata “El Greco in Italia. Metamorfosi di un Genio” ed è una grande retrospettiva completamente dedicata a questo artista, il quale è stato un perno fondamentale dell’arte moderna e che ha ispirato artisti di importanza internazionale, come Paul CézanneÉdouard Manet, Marc Chagall e molti altri.

La mostra è incentrata particolarmente sul periodo che questo artista trascorse in Italia, ed è stata possibile grazie alla collaborazione di diversi enti, che dimostrano l’efficienza e il buon risultato che si può conseguire tramite il corretto funzionamento del sistema organizzativo degli eventi artistici.

Sono oltre settanta le opere esposte di El Greco, di cui quattro sono dei capolavori inediti e che verranno mostrati al pubblico in anteprima mondiale; oltre alle tele di questo artista, ci saranno anche innumerevoli opere di altri personaggi che hanno influenzato in modo importante lo stile di El Greco: ricordiamo infatti Tiziano, Bassano e Tintoretto, ma anche opere di artisti che dopo l’impronta lasciata dal protagonista della mostra, modificarono il proprio stile artistico.

Tra le bellissime opere di El Greco, ecco alcuni nomi di quelle che saranno visibili al pubblico: “San Demetrio”, “Trittico di Modena”, “Ritratto di Giulio Clovio”, “la Crocifissione”, “Salvatore Benedicente” e molte altre opere di altrettanti artisti, come il bellissimo cartone delle “Demoiselles d’Avignon” di Piacasso, o anche le due “Crocifissioni” di Francis Bacon.

Questi sono solo alcuni dei motivi che vi riportiamo per invogliarvi a visitare questa bellissima mostra. Andrete a questo evento? Per qualsiasi informazione o commento, potete lasciare un vostro pensiero proprio qui sotto a questo articolo.

El Greco in mostra a Treviso dal 24 Ottobre 2015 al 10 Aprile 2016
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Ritratto di cardinale di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Ritratto di cardinale di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Proseguiamo nel nostro viaggio in compagnia delle numerose opere di Raffaello Sanzio, e dopo aver analizzato “San Michele sconfigge Satana”, oggi andiamo avanti nel nostro percorso andando a scoprire tutti i dettagli inerenti ad un’altra importante opera di questo artista, ovvero “Ritratto di cardinale”.

All’interno di questo articolo troverete tutti i dettagli su quest’opera, partendo prima dalla storia della sua commissione fino a giungere all’analisi stilistica dello stesso lavoro. Al termine della lettura dell’articolo, qualora foste interessati a saperne di più su Raffaello Sanzio, potete consultare altri nostri articoli o volendo, potete anche acquistare un testo qui sotto, che vi permetterà di approfondire al meglio la figura di questo leggendario artista.

Ritratto di cardinale Raffaello Sanzio analisi

“Ritratto di Cardinale” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1510-1511

Dimensioni: 79 x 61 cm

Dove si trova: Museo del Prado, Madrid

Partiamo dalla commissione: la tela rappresenta un cardinale facente parte della corte di Giulio II; dopo innumerevoli studi relativi alla fisiognomica ed altri dettagli, purtroppo non è stato possibile ancora sapere qual’è l’effettiva identità del soggetto, ma tra i nomi più papabili spicca quello di Giulio de’ Medici, Cardinali Bibbiena, Ippolito d’Este o anche Innocenzo Cybo.

L’opera è giunta a Madrid grazie all’acquisto da parte di Carlo IV di Spagna mentre si trovava a Roma ed era ancora un principe, e grazie a lui, è entrato a far parte delle collezioni spagnole ed oggi si trova al Museo del Prado.

Passiamo ora all’analisi stilistica dell’opera: il soggetto è rappresentato non interamente, ma solo a metà, mentre è girato di tre quarti verso sinistra, e sembra ricalcare già solo per la sua posizione alla celebre “Gioconda” di Leonardo da VinciLa postura del cardinale è rilassata e nel contempo elegante, ed ha uno sguardo deciso e sicuro rivolto verso lo spettatore, che trasmette un senso di aristocrazia e potere. I colori utilizzati sono molto interessanti: basti guardare il colore della sua pelle e anche il bianco della manica che spicca rispetto al rosso dominante della mantella e del berretto che ha sulla testa.

A rendere ancor più marcato il contrasto di colori è la presenza dello sfondo molto scuro, che permette di delineare perfettamente tutti i dettagli del soggetto; d’altra parte troviamo anche la luce che dona rilievo alla figura, proprio al pari di uno scultore con la propria opera.

Ritratto di cardinale di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Santa Caterina d’Alessandria di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Santa Caterina d’Alessandria di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Proseguiamo anche oggi nel nostro viaggio in compagnia di Raffaello Sanzio e delle sue bellissime opere. Raffaello è stato senza dubbio uno dei pittori più importanti della storia dell’arte moderna, ed è anche protagonista di una mostra a TorinoOggi, questo pittore torna ad essere protagonista sul nostro blog con l’analisi di un’altra sua importante opera, intitolata “Santa Caterina d’Alessandria”.

All’interno di questo articolo troverete brevemente riassunte la storia della commissione di quest’opera, la sua descrizione e successivamente anche l’analisi stilistica del quadro. Qualora desideraste maggiori informazioni, potete lasciare un commento qui sotto all’articolo o consultare gli altri articoli che abbiamo scritto in passato su questo artista.

Santa Caterina d'Alessandria Raffaello Sanzio anlisi

“Santa Caterina d’Alessandria” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1508

Dimensioni: 71 x 53 cm

Dove si trova: National Gallery, Londra

La prima volta di cui sentiamo parlare con certezza di quest’opera, è nell’elenco delle opere della collezione Aldobrandini nel Settecento, la quale poi passò sicuramente all’interno della collezione Borghese, fino a che venne acquistata in Inghilterra in un’asta e venne esposta in Gran Bretagna a partire dal 1801. Da quel momento, ci fu un passaggio di quest’opera nelle mani di William Beckford, che poi decise nel 1839 di donarla alla National Gallery, dove risiede tutt’ora.

Riassunta molto brevemente la storia di quest’opera, ora passiamo all’analisi stilistica del lavoro: la protagonista è Santa Caterina d’Alessandria (protagonista anche di un quadro di Caravaggio), la quale si trova all’interno di un paesaggio rurale; è stato molto facile riconoscere l’identità di Santa Caterina, poiché è presente all’interno della composizione il suo attributo iconografico della ruota dentata, ma anche la spada, il libro e la palma, simbolo dei martiri.

La grande abilità di Raffaello sta nel fatto di aver rappresentato la donna in una continua torsione su se stessa, proprio come se stesse ricalcando il movimento della ruota dentata, che ricordiamo ancora una volta, è l’elemento che richiama al suo martirio. Il volto di Santa Caterina è rivolto verso una luce che appare dal cielo, rappresentante Dio.

I colori utilizzati sono molto interessanti, e spicca tra tutti il colore blu molto dolce della sua veste, che ricalca la stessa tonalità del cielo, e che riesce ad alternarsi perfettamente al verde della manica della santa e anche al rosso e giallo del resto del suo abbigliamento. La stragrande maggioranza dei colori utilizzati all’interno di quest’opera sono soprattutto colori primari.

Analizziamo adesso la postura della protagonista: essa ha una mano al petto, mentre con l’altra mano, vicina alla ruota dentata, indica il numero tre, che richiama ovviamente alla Trinità.

Se Raffaello vi appassiona e volete saperne di più, restate con noi per scoprire tante altre opere di questo artista, oppure cliccate sul link qui sotto per scoprire una vasta selezione di libri che parlano dello stile e della vita di Raffaello Sanzio.

Santa Caterina d’Alessandria di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Madonna d’Alba di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Madonna d’Alba di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Continuiamo ancora il nostro viaggio tra le bellissime opere di Raffaello Sanzio, e oggi, dopo aver analizzato nel dettaglio il quadro “Santa Caterina d’Alessandria”, ci spostiamo ancora nella carriera artistica di questo pittore del Cinquecento per scoprire un altro lavoro, il quale originariamente era un olio su tela e successivamente è stato spostato su tela. L’opera in questione è “Madonna d’Alba”.

In questo articolo partiremo prima con la storia della trasmissione dell’opera per capire com’è giunta alla destinazione odierna, e successivamente andremo ad effettuare un’analisi stilistica dell’opera, per scoprire quali sono le caratteristiche interessanti di questo lavoro di Raffaello.

Madonna d'Alba Raffaello Sanzio analisi

“Madonna d’Alba” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1511

Dimensioni: 98 x 98 cm

Dove si trova: National Gallery of Art, Washington, U.S.A.

Stando agli studi effettuati, sembrerebbe che l’opera sia stata trovata per la prima volta nel convento degli olivetani di Nocera de’ Pagani, e probabilmente è giunto qui grazie alla commissione da parte di Paolo Giovio, il quale era vescovo di Nocera; un’altra ipotesi molto accreditata invece è legata al fondatore dello stesso convento, ovvero Giambattista Castaldo, il quale si sarebbe appropriato dell’opera subito dopo il terribile sacco di Roma, avvenuto nel 1527.

Procedendo nella storia, l’opera andò a finire nelle mani del viceré di Napoli, il quale essendo di nazionalità spagnola, portò l’opera all’interno del suo paese. Sentiamo parlare nuovamente dell’opera all’interno della collezione del Duca d’Alba a Madrid, da cui l’opera prende nome. Circa 200 anni dopo, l’opera viene acquistata dalla Russia, e successivamente viene ceduta ad un collezionista americano, Andrew W. Mellon, il quale poi donò quest’opera, insieme a molti altri quadri alla National Gallery of Art, dove risiede tutt’ora.

Riassunta la storia che intercorre tra la realizzazione dell’opera fino alla sua ultima destinazione, adesso effettuiamo un’analisi stilistica: protagonisti della scena sono Gesù Bambino, la Vergine Maria e San Giovanni Battista (i quali sono protagonisti anche di altre opere di Raffaello). Gesù Bambino viene ritratto mentre si trova in braccio alla madre e gioca con suo cugino più grande, tenendo tra le mani la croce di Giovanni; questo gesto, anche se riconducibile ad un semplice gioco tra bambini, implica invece l’accettazione del difficile destino a cui Gesù non potrà sottrarsi.

La stessa croce funge da centro della composizione in tutta l’opera: gli occhi di tutti e tre i personaggi guardano appunto quest’ultima; i colori sono stupendi, e soprattutto l’azzurro utilizzato per la veste di Maria domina tutta la composizione senza però essere troppo duro, e nel contempo dà la possibilità di ammirare anche la cromia di tutto il resto del paesaggio bucolico alle spalle del gruppo, che dona serenità e tranquillità. Infine, il gruppo di personaggi così riunito forma una piramide (non perfetta, dovuta allo spazio del dipinto, il quale è rotondo e non rettangolare), di cui Maria è la punta.

Madonna d’Alba di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Paul Gauguin in mostra a Milano dal 28 Ottobre 2015 al 21 Febbraio 2016

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Paul Gauguin in mostra a Milano dal 28 Ottobre 2015 al 21 Febbraio 2016
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Continuiamo a rilasciare informazioni fondamentali sul mondo dell’arte e sulle esposizioni attualmente attive in Italia per tutti gli appassionati delle mostre. Dopo aver parlato di un’interessante mostra con protagonisti il Parmigianino, Carrocci e Raffaello, ora invece andremo a scoprire tutto quello che riguarda un altro fondamentale evento che avrà per protagonista Paul Gauguin.

Se non sapete di chi stiamo parlando, oltre a tracciare un breve riassunto sull’importanza di questo artista francese nel mondo della storia dell’arte moderna, qui sotto troverete un link con all’interno tantissimi documenti che potranno aiutarvi a capire meglio di chi stiamo parlando e qual’è stato il suo ruolo nel mondo artistico.

Mostra Paul Gauguin Milano Ottobre 2015

Mostra Paul Gauguin Milano Ottobre 2015 (IMMAGINE ARTEWORLD)

Luogo dell’esposizione: Mudec- Museo delle Culture, Milano

Data apertura mostra: 28 Ottobre 2015

Data chiusura mostra: 21 Febbraio 2016

Orari di apertura: Lunedì dalle 14.30 alle 19.30; Martedì, Mercoledì,Venerdì e Domenica dalle 9.30 alle 19.30; Giovedì e Sabato dalle 9.30 alle 22.30

Costo biglietto: 12,00€ Intero

La mostra è intitolata “Gauguin. Racconti dal paradiso” ed è completamente incentrata sul popolare artista francese che abbiamo già incontrato di sfuggita analizzando alcune delle opere di Vincent Van Gogh.

Questo evento è una vera e propria mostra monografica su questo artista, ed attraverso 70 opere provenienti da più di 12 musei internazionali e anche delle collezioni private, sarà possibile poter scoprire da vicino questo artista, sia per i neofiti, sia per coloro che sono appassionati dell’Impressionismo (i cui protagonisti d’altronde sono protagonisti di una mostra a Roma) e delle personali reinterpretazioni dello stesso movimento artistico da parte degli artisti, proprio come nel caso di Gauguin.

Il percorso espositivo di questa mostra permetterà di scoprire attraverso il confronto di diverse opere di Gauguin le sue fonti di ispirazione e successivamente scoprire l’evoluzione e la trasformazione del suo stile artistico.

La mostra ormai è iniziata da più di una settimana, ed è una delle mostre più popolari delle ultime settimane, insieme a quella su M.C. Escher a Treviso; l’esposizione sta avendo un interesse mediatico molto forte e speriamo che riesca a coinvolgere un pubblico molto vasto, in modo tale da riproporre mostre simili o addirittura più ampie in futuro.

La mostra promette di essere davvero molto interessante. Ci andrete? Dite la vostra con un commento sotto questo articolo oppure se volete ulteriori informazioni potete sempre contattarci qui sotto sempre tramite un commento.

Paul Gauguin in mostra a Milano dal 28 Ottobre 2015 al 21 Febbraio 2016
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La vita di Caravaggio diventa un fumetto di Milo Manara

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La vita di Caravaggio diventa un fumetto di Milo Manara
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Torniamo ad occuparci ancora una volta dell’artista di cui stiamo parlando spesso ultimamente sul blog, ovvero Caravaggio, di cui stiamo scoprendo moltissimi quadri da lui realizzati, cercando di tracciare le linee principali del suo stile e per capire quale sia stato il suo ruolo all’interno della storia dell’arte moderna.

All’interno di questo articolo, differentemente da quanto accade in molti altri post, non parleremo effettivamente di un quadro di questo artista, bensì parleremo di un’opera dedicata proprio a Caravaggio.

Caravaggio fumetto Manara

Il fumetto di Manara su Caravaggio (Arteworld Foto)

Volendo essere più chiari si tratta di un vero e proprio fumetto realizzato dal famosissimo fumettista Milo Manara, dove Caravaggio è protagonista. Questo testo riporterà la vita dello stesso pittore, dei fatti principali, degli eventi che lo hanno cambiato e della lunga fuga dovuta ai suoi guai con la legge.

Il fumetto terrà particolarmente conto delle fonti e non stravolgerà i fatti storici legati a Caravaggio, al fine di non regalare una visione fantasiosa di questo leggendario pittore, ma semplicemente per dare una testimonianza reale e allo stesso tempo divertente e non noiosa, dedicata soprattutto ai ragazzi amanti dei fumetti e che non disdegnano il mondo dell’arte.

Lo stile di Milo Manara si riconosce fin dalle prime tavolozze, e potrete ammirare anche le donne che hanno fatto da modelle per Caravaggio, permettendovi di scoprire anche come era visto dai contemporanei questo pittore, la cui vita certamente non è mai stata molto tranquilla.

Il fumetto è molto interessante, verrà pubblicata dalla Panini Comics e sarà divisa in ben due volumi: il titolo del fumetto è “Caravaggio. La tavolozza e la spada”Sarà possibile acquistare questo fumetto nella versione tradizionale, intitolata Regular, oppure per i veri cultori e collezionisti sarà possibile comprare la versione chiamata Artist Edition, con tanti extra.

Il fumetto è diventato un vero e proprio cult nel giro di pochi mesi, e di conseguenza speriamo di poter vedere al più presto nuovi capitoli della vita di Caravaggio redatti da Manara, o addirittura di vederlo al lavoro anche su altri artisti che hanno dato un importante contributo allo sviluppo della storia dell’arte con il loro stile. La vita di quale artista vi piacerebbe che diventasse un fumetto? Lasciate la vostra risposta nei commenti.

Se siete interessati all’acquisto di questo fumetto, vi consigliamo di dare un’occhiata ai link qui sotto dove potrete trovare tutte le informazioni relative ad entrambe le edizioni di questo fumetto.

La vita di Caravaggio diventa un fumetto di Milo Manara
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Madonna del Cardellino di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Madonna del Cardellino di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Continuiamo il nostro viaggio tra le opere di Raffaello Sanzio, ed oggi all’interno di questo articolo, andremo a parlare di una delle opere più importanti di questo artista del Cinquecento; dopo aver analizzato nel dettaglio il bellissimo lavoro di questo artista intitolato “Madonna d’Alba”, oggi proseguiamo nel nostro studio con la “Madonna del Cardellino”.

Come da prassi, prima di procedere effettivamente con l’analisi stilistica e la descrizione dell’opera, prima riassumeremo brevemente la storia della commissione del lavoro e sul passaggio di proprietà di questo capolavoro, fino a giungere alla destinazione odierna. Al termine dell’articolo potrete trovare ulteriore materiale per approfondire la vostra conoscenza di Raffaello Sanzio.

Madonna del Cardellino Raffaello Sanzio analisi

“Madonna del Cardellino” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1506

Dimensioni: 107 x 77 cm

Dove si trova: Galleria degli Uffizi, Firenze

Facendo riferimento alle fonti storiche, l’opera sarebbe stata realizzato per l’abbiente commerciante Lorenzo Nasi, il quale avrebbe ottenuto quest’opera per il suo matrimonio con Sandra Canigiani, altra importante donna della borghesia. La casa dove abitava la coppia però nel 1547 crollò e così questo quadro finì con il rompersi in diciassette frammenti, successivamente recuperati e restaurati.

Sentiamo parlare nuovamente di quest’opera nelle collezioni del cardinale Giovan Carlo de’ Medici, per poi giungere definitivamente agli Uffizi, dove si trova tutt’ora. Questa è la storia della trasmissione dell’opera, ed ora passiamo all’analisi del lavoro.

I protagonisti della scena sono la Vergine Maria, Gesù Bambino e San Giovanni Battista bambino (i quali sono protagonisti ricorrenti delle opere di Raffaello); tutti e tre si trovano in un paesaggio naturale, con alle spalle uno scorcio di un fiume e qualche albero. Mentre la Vergine è seduta sulle rocce, i due bambini giocano; guardando bene è possibile notare che i due bambini stanno giocando con un cardellino (il quale tra l’altro dà il titolo al quadro), che rappresenta la Passione di Cristo.

Tutti e tre protagonisti formano una piramide di cui Maria è la punta: analizzando per bene la composizione e la scena non si può notare il chiaro richiamo alle opere di Leonardo da Vinci, ma con evidenti trasformazioni: rispetto a Da Vinci, il Sanzio riporta una scena senza mistero, ma colma di serenità e tranquillità, come se il destino che porterà alla morte Gesù giovane sia estremamente lontano dalla mente di Maria, la quale guarda ai due bambini che giocano innocentemente accennando ad un sorriso. Da ricondurre ancora una volta a Leonardo sono i volti dei due bambini, che ricordano moltissimo lo stile di questo artista.

Facendo particolare attenzione alla figura della Vergine Maria, è possibile notare che Raffaello sceglie di donarle grandezza, ponendola al centro della composizione, andando a coprire gran parte della scena. I colori della sua veste sono il rosso ed il blu, dove il primo richiama alla Passione di Cristo, mentre il secondo ricorda la Chiesa, unite in un “matrimonio” inscindibile. Nella mano sinistra, Maria ha un libro in cui probabilmente viene riportato il destino di Gesù, ma guardando la sua postura, sembrerebbe che la donna sia stata interrotta nella lettura dai giochi dei bambini.

La bellezza dell’opera sta soprattutto nell’armonia che Raffaello riesce a donare ai suoi personaggi, sia tramite il colore placido e grazie anche ai movimenti leggeri, appena accennati dei suoi personaggi. Questo è uno dei lavori più importanti di Raffaello Sanzio, e se volete approfondire, vi consigliamo diversi libri che vi permetteranno di scoprire tutti i segreti artistici di questo leggendario artista del Cinquecento.

Madonna del Cardellino di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Guglielmo Spotorno in mostra a Milano dal 19 Novembre al 19 Dicembre 2015

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Guglielmo Spotorno in mostra a Milano dal 19 Novembre al 19 Dicembre 2015
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Eccoci nuovamente insieme per parlare di un nuovo evento artistico di notevole importanza. Dopo aver riportato tutti i dettagli sull’interessante mostra su Escher a Treviso, oggi ci spostiamo a Milano per andare a scoprire un altro evento che vede protagonista l’artista contemporaneo Guglielmo Spotorno.

All’interno di questo articolo vi riporteremo tutte le informazioni relative all’evento, tra cui data di apertura, quella di chiusura, gli orari a cui sarà possibile accedere all’evento e anche una breve anteprima su quello che sarà il percorso espositivo.

Mostra Guglielmo Spotorno Milano Novembre 2015 costo dettagli

Mostra Guglielmo Spotorno Milano Novembre 2015 (IMMAGINE ARTEWORLD)

Luogo dell’esposizione: Palazzo della Permanete, via Fliippo Turati, Milano

Data apertura mostra: 19 Novembre 2015

Data chiusura mostra: 19 Dicembre 2015

Orari di apertura al pubblico: Dal Lunedì al Sabato dalle 10.00 alle 18.30

Costo biglietto: GRATIS

La mostra è intitolata “Guglielmo Spotorno. Le Città e l’altrove”, e dove vedremo la più recente serie di quadri realizzati da questo artista; tra quelli di fondamentale importanza ricordiamo il ciclo intitolato “Città umanizzate”, dove Spotorno rappresenta realtà e anche le società che ha avuto il piacere di conoscere, riportando su tela le pericolose contraddizioni che fungono da radici in mondi urbani con molti problemi.

Nella produzione contemporanea di questo artista vediamo riportati temi di grande attualità, già come si può intuire solo attraverso i titoli di alcuni di essi: “Isis execution” oppure “Mare di Lampedusa” , dove pone l’accentro su scottanti problematiche legate al mondo italiano e non solo. All’interno del percorso espositivo saranno presenti anche altri quadri molto recenti, tra cui ricordiamo gli importanti “Autoritratti” o anche “Crocifissi cittadini”, dove nei primi l’artista riporta se stesso con forti contrasti di colore e composizione, mettendo in luce la sua personalità, mentre nei secondi vediamo il tema enunciato nel titolo calato nelle metropoli tanto care a Spotorno.

La mostra è molto interessante e senza dubbio merita di essere visitata, soprattutto da coloro che sono grandi amanti della pittura contemporanea. Andrete a questo evento? Desiderate maggiori informazioni? Potete contattarci tramite un commento sotto questo articolo.

Guglielmo Spotorno in mostra a Milano dal 19 Novembre al 19 Dicembre 2015
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Henri Matisse in mostra a Torino da Dicembre 2015 a Maggio 2016

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Henri Matisse in mostra a Torino da Dicembre 2015 a Maggio 2016
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Continuiamo anche oggi a parlare ancora di mostre in Italia, dove ci sono tantissimi eventi che meritano l’attenzione di tutti gli appassionati del mondo dell’arte. Mentre continua a riscuotere gran successo la mostra su M.C.Escher a Treviso, adesso ci spostiamo a Torino per un altro evento che merita senza dubbio la nostra attenzione e che ha per protagonista il famosissimo artista Henri Matisse.

All’interno di questo articolo troverete le informazioni relative a questo evento, partendo prima di tutto dalla locazione dove verrà allestita questa mostra, per poi passare agli orari di apertura e anche il costo del biglietto. Per qualsiasi informazione potete contattarci proprio in fondo all’articolo con un commento e noi provvederemo a rispondervi nel minor tempo possibile.

Mostra Henri Matisse Torino Dicembre 2015 costo dettagli

Mostra Henri Matisse Torino Dicembre 2015

Luogo dell’esposizione: Palazzo Chiablese, Torino

Data apertura mostra: Dicembre 2015

Data chiusura mostra: Maggio 2016

Orari di apertura al pubblico: DA DEFINIRE

Costo biglietto: DA DEFINIRE

La mostra che vede come protagonista Henri Matisse non è il primo appuntamento del 2015 con questo artista, infatti c’è stata anche un’altra importante mostra a Roma che lo ha visto protagonista, e senza dubbio questa nuova esposizione a Torino attrarrà un pubblico molto folto ed interessato.

La mostra è intitolata “Matisse e il suo tempo”, e pone un forte accento sulla carriera di questo importante artista vissuto a cavallo tra l?ottocento e Novecento. Il suo stile pittorico ha fatto si che lasciasse un segno indelebile nella storia dell’arte contemporanea, e la critica nel bene e nel male ha parlato molto spesso dei suoi lavori, rendendoli immortali e popolari fino ai giorni nostri.

Senza dubbio è una delle mostre più interessanti e che porterà un’ondata di turisti a Torino e vi ricordiamo che inizierà proprio a Dicembre del 2015 per poi terminare a Maggio dell’anno successivo, dando la possibilità a molti di poterla visitare senza troppi problemi poiché sarà aperta per cinque mesi. Restate con noi per scoprire tutti i dettagli in continuo aggiornamento, di questa esposizione. Pensate di partecipare a questo evento? Diteci la vostra con un commento qui sotto e vi ricordiamo che siamo sempre a disposizione per qualsiasi evenienza od informazione.

Henri Matisse in mostra a Torino da Dicembre 2015 a Maggio 2016
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Spasimo di Sicilia di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Spasimo di Sicilia di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Eccoci nuovamente insieme per scoprire tutti i dettagli di un altro importante capolavoro di Raffaello Sanzio, il quale nelle ultime settimane è protagonista indiscusso sul nostro blog. Dopo aver analizzato il bellissimo quadro “Madonna del Cardellino”, oggi proseguiamo con l’analisi di un altro importante lavoro di questo artista intitolato “Spasimo di Sicilia”.

Come da consuetudine, all’interno di questo articolo vi riproporremo il sunto della storia legata alla commissione di quest’opera e com’è giunta alla destinazione odierna, poi successivamente passeremo all’analisi stilistica dell’opera, per scoprire nel dettaglio l’eccezionale abilità di Raffaello; a tal proposito, vi segnaliamo proprio qui sotto, una monografia su Raffaello a prezzo scontatissimo, scritta da P.D. Franzese.

Spasimo di Sicilia Raffaello Sanzio analisi

“Spasimo di Sicilia” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1517

Dimensioni: 318 x 229 cm

Dove si trova: Museo del Prado, madrid

L’opera è stata commissionata direttamente dal monastero siciliano di Santa Maria dello Spasimo a Palermo, ed è stata dipinta da Raffaello a Roma nel 1517. Successivamente l’opera è stata trasportata via mare per giungere in Sicilia, ma fu un viaggio molto travagliato e quest’ultima andò perduta. Il mare trascinò la tavola fino a Genova, dove venne ripescata senza alcun danno riportato; questo evento contribuì a circondare quest’opera di un’aura di miracolo e divenne molto popolare, al punto che, i committenti originali, per riaverla indietro, dovettero chiedere al Papa di intercedere per loro.

Giunta definitivamente a destinazione, nel 1661 venne acquistata dal viceré spagnolo per conto di Filippo IV, per poi essere sottratta per un breve periodo da Napoleone e la sua serie di furti d’arte nelle campagne militari, per poi essere riportata in Spagna, dove si trova tutt’ora.

Riassunta brevemente la storia dell’opera, ora passiamo alla descrizione di questa bellissima tavola di Raffaello. Il momento rappresentato è quello in cui Gesù è sulla via del Calvario per essere crocifisso, e il Salvatore si rivolge a sua madre, la quale cerca di aiutare il figlio, mentre anch’essa è circondata da altre donne.

La scena che Raffaello ci propone è molto affollata e ricca di personaggi diversi, tra cui possiamo notare vari soldati appiedati, ma anche alcuni a cavallo; decide di lasciare al centro un piccolo scorcio paesaggistico, che mostra diversi elementi naturali, altri personaggi, e aguzzando bene la vista è possibile notare ulteriori croci.

La forza del dipinto sta tutta nell’espressione dei personaggi (già nota anche in altre opere di questo artista), caratteristica che ha reso lo stile di Raffaello immortale fino ai giorni nostri. Gesù sembra che stia cercando l’aiuto della madre, come un bambino fa nei momenti difficili, e subito Maria è pronta ad aiutarlo, gettandosi verso di lui, ma senza successo. I soldati intorno a Gesù continuano a torturarlo e mentre uno sta per colpirlo con la lancia, un altro lo strattona, tirando a se la corda legata attorno alla vita del Redentore. Al centro della composizione, proprio sopra la croce di Gesù, è presente Giuseppe d’Arimatea, il quale, grazie alla sua possanza e forza, cerca di sollevare la croce, alleviando la pena di Gesù.

I colori in questa composizione sono più scuri rispetto a quelli tradizionalmente utilizzati da Raffaello, e possiamo notare che qui spiccano soprattutto il rosso dello stendardo sulla sinistra della scena, ma anche i colori delle vesti delle donne, di Maria e dei personaggi sulla destra, tutti investiti dalla luce.

Spasimo di Sicilia di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Sogno del cavaliere di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Sogno del cavaliere di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Proseguiamo anche oggi nel nostro viaggio in compagnia delle bellissime opere di Raffaello Sanzio, il quale ci sta dilettando con i suoi quadri più belli e noi stiamo imparando ad apprezzare giorno dopo giorno, attraverso le analisi e la descrizione dei suoi lavori più importanti. Nell’appuntamento odierno, andremo ad analizzare l’opera intitolata “Sogno del cavaliere”.

L’opera, in origine faceva parte di un dittico con un’altra bellissima opera di Raffaello, intitolata “Tre Grazie”, su cui torneremo successivamente. All’interno di questo articolo andremo ad approfondire tutti i dettagli inerenti a questo importante lavoro, partendo dalla storia della commissione per poi passare all’analisi stilistica e descrizione del lavoro. Per qualsiasi approfondimento o informazione aggiuntiva, potete contattarci proprio in fondo a questo articolo con un commento.

Sogno del Cavaliere Raffaello Sanzio analisi

“Sogno del cavaliere” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1503-1504

Dimensioni: 17 x 17 cm

Dove si trova: National Gallery, Londra

L’opera, secondo diversi studi, sarebbe stara realizzata per la nascita di un giovane nobile romano, che probabilmente era Scipione di Tommaso Borghese; ufficialmente, sentiamo parlare di questo lavoro per la prima volta proprio all’interno della collezione Borghese, dove poi nel Settecento venne acquistata da parte di nobili inglesi e di conseguenza venne trasportata in Gran Bretagna. Giunse definitivamente all’interno della National Gallery nel 1847, ma precedentemente passò di mano in mano tra varie famiglie inglesi.

Differentemente dalle tradizionali opere di Raffaello, all’interno di questo lavoro notiamo il palese influsso della filosofia neoplatonica: i protagonisti sono un cavaliere che dorme, proprio al centro tra due donne, dove quella vestita in modo più sobrio sulla sinistra è la personificazione della Virtù, mentre sulla destra, la donna vestita in modo diverso rappresenta il Piacere. A rendere ancor più definito il distacco tra le due donne c’è il paesaggio alle loro spalle: dietro la Virtù troviamo un paesaggio duro e difficile, mentre dietro l’altra donna c’è una strada spianata priva di difficoltà. Mentre la Virtù offre la spada ed un libro al cavaliere, che rappresentano lo studio e l’importanza del mondo militare, il Piacere dona un fiore, tradizionalmente rappresentante l’amore.

Il cavaliere si trova proprio al centro tra le due donne, mentre riposa sul suo scudo, e dietro di lui c’è un tronco di un esile albero che spacca a metà perfettamente la scena; alcune teorie lasciano supporre che non si tratti di un effettiva contrapposizione tra due scelte di vita differenti, ma rifacendosi al neoplatonismo, sono necessarie entrambe per un’ottima condotta di vita.

Come abbiamo anticipato all’inizio dell’articolo, “Sogno del cavaliere” faceva parte di un dittico con le “Tre Grazie”, dove presumibilmente le tre donne protagoniste dell’altra opera rappresenterebbero il termine del viaggio del cavaliere, il quale è giunto alla vittoria con le sue scelte e nel suo percorso di vita, ottenendo in premio i pomi delle Esperidi, tenuti in mano proprio dalle tre Grazie.

Tre Grazie Raffaello Sanzio analisi

“Tre Grazie” Raffaello Sanzio

Tralasciando il livello filosofico e concentrandosi su quello stilistico, l’opera è molto interessante, poiché, proprio come da tradizione, Raffaello riesce a donare grande leggerezza a tutta la scena, sia nell’espressione rilassata del cavaliere, che nel giusto equilibrio di linee e colori della composizione.

Sogno del cavaliere di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Madonna del Velo di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Madonna del Velo di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Eccoci nuovamente in compagnia delle bellissime opere di Raffaello Sanzio, il quale, da più di un mese, ci sta accompagnando in un lungo viaggio tra i suoi lavori più importanti. Dopo aver approfondito tutti i dettagli inerenti all’opera “Spasimo di Sicilia” (e soprattutto la storia legata al suo avventuroso viaggio verso i committenti), oggi studieremo un altro olio su tavola molto interessante, intitolato “Madonna del Velo”.

All’interno di questo articolo, come al solito troverete la storia legata alla commissione dell’opera e com’è finita nella locazione odierna, poi passeremo successivamente ad analizzare stilisticamente il quadro e qualora fossero presenti, vi riporteremo in fondo all’articolo qualche curiosità su tale lavoro del Sanzio.

Madonna del Velo Raffaello Sanzio analisi

“Madonna del Velo” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1511-1512

Dimensioni: 120 x 90 cm

Dove si trova: Musée Condé, Chantilly

Dopo innumerevoli studi, è ancora incerto su chi fosse effettivamente il committente dell’opera, fino a che i papabili sono diventati due: Papa Giulio II o Agostino Chigi. Molti tendono a connettere l’opera a Giulio II, poiché la “Madonna del Velo” era sempre insieme ad un altro lavoro del Sanzio, intitolato “Ritratto di Giulio II”, fino a che si sono perse le tracce del primo ed è stato difficile individuare quale fosse effettivamente l’originale, poiché in giro c’erano tantissime copie di questo quadro: c’era una copia al Louvre, un’altra a Roma, un’ altra ancora a Loreto (quella legata a questo luogo per molti anni è stata considerata l’originale, per poi rivelarsi solo un’altra copia), un’altra al Metropolitan Museum e molte altre.

Dopo innumerevoli ricerche, si è scoperto che dietro al “Ritratto di Giulio II” di Londra era presente un numero di catalogo, ed andando a guardare dietro ogni copia della “Madonna del Velo” si è scoperto che solo dietro alla versione di Chantilly c’era tale numero di catalogo, e quindi, unanimemente si è deciso che questa fosse l’originale.

Riassunta brevemente l’indagine che ha portato a scoprire quale fosse la versione originale di tale dipinto, ora passiamo all’analisi stilistica. Protagonista della composizione è la Sacra Famiglia, con Gesù Bambino, la Vergine Maria e Giuseppe. In primo piano, Maria sta tenendo un velo (da cui il nome dell’opera e che simbolicamente rappresenta il sudario legato alla Passione di Cristo) mentre il Bambino gioca con quest’ultimo e guarda la madre ed è rappresentato come un neonato che gioca felice su una sorta di lettino.

Alle spalle dei due si erge Giusepp, il quale in secondo piano è molto scuro, facendo si che l’attenzione dell’osservatore si concentri sulla coppia madre/figlio. La luce è protagonista indiscussa nell’opera, ed infatti, differentemente da come accade da tante altre opere di Raffaello Sanzio, qui lo sfondo è scuro, permettendo all’artista di poter effettuare vari giochi di luce, e dando maggiore consistenza alle figure in primo piano e minore profondità a Giuseppe, in questo caso.

La bellezza e la grandezza in questo quadro di Raffaello si notano soprattutto nella serenità che riesce a conferire ai suoi personaggi, riuscendo ad allontanare per un momento il difficile destino di Gesù e mettendo in primo piano la tranquillità e la bellezza di questi momenti, proprio come se si trattasse di una normale famiglia, il cui il futuro e le preoccupazioni in questi attimi sono lontane.

Madonna del Velo di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Ritratto di Agnolo Doni di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Ritratto di Agnolo Doni di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Proseguiamo anche oggi nel nostro viaggio tra le opere di Raffaello Sanzio, ed oggi andremo a scoprire all’interno di questo articolo un ritratto molto interessante e che ci mostrerà ancora una volta l’incredibile stile di Raffaello ed anche l’interesse che aveva nel cercare di approfondire e scoprire tutti i dettagli dello stile di altri artisti, quali Leonardo da Vinci ed altri. Il quadro che studieremo oggi è il “Ritratto di Agnolo Doni”.

Come da tradizione, scopriremo prima di tutto la storia della commissione di tale opera ed andremo a studiare tutti i dettagli legati alla trasmissione di questo lavoro fino all’ultimo luogo dove tutt’ora risiede; successivamente realizzeremo anche un’analisi stilistica del lavoro.

Ritratto di Agnolo Doni Raffaello Sanzio analisi

“Ritratto di Agnolo Doni” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1506

Dimensioni: 65 x 45 cm

Dove si trova: Galleria Palatina, Firenze

L’opera è stata commissionata proprio dallo stesso soggetto, Agnolo Doni, e nella richiesta effettuata a Raffaello, incluse anche la possibilità di effettuare il ritratto della moglie del committente, ovvero Maddalena Strozzi. Entrambi i ritratti erano conservati all’interno di Palazzo Doni ed ebbero un immediato successo tra il pubblico. Tutte e due le opere rimasero in mano ai discendenti della famiglia Doni per generazioni, fino al 1826, quando cedettero tutti e due i ritratti al granduca Leopoldo II di Toscana, diventando opere di dominio pubblico.

Riportata brevemente la storia di entrambe le opere, ora andiamo ad analizzare il “Ritratto di Agnolo Doni”: a prima vista, la posizione del soggetto, il luogo in cui viene ritratto, lo sguardo e l’intera composizione ricorda molto da vicino “La Gioconda” di Leonardo da Vinci, dimostrando quanto il Sanzio fosse ispirato dalla maestria di Leonardo. Agnolo Doni è rappresentato a mezzobusto, mentre si trova seduto su un balcone che permette di ammirare brevemente il panorama naturale alle sue spalle.

Il soggetto, nonostante sia rivolto di tre quarti verso destra, lo sguardo è rivolto allo spettatore, ma l’espressione è serena e tranquilla (caratteristica comune a molte opere del Sanzio). Tantissimi sono i dettagli che ci danno diversi indizi sul ceto del soggetto: gli anelli alle mani, la veste di stoffa e la fine camicia che spunta leggermente dalla veste.

La grandezza del pittore sta nella realizzazione dei particolari più piccoli, come ad esempio la resa dei capelli crespi e molto sottili, che richiedono molta pazienza ed attenzione nell’utilizzo del pennello.

Nonostante tutti questi dettagli, il centro del dipinto resta però il soggetto, dove addirittura il paesaggio alle spalle sembra accompagnare la sua postura (basti notare che le colline discendono da sinistra verso destra), e dove ogni particolare è sistemato al posto giusto, proprio come le due nuvole a sinistra e a destra della tela, che occupano la parte spoglia della tela.

Ritratto di Agnolo Doni di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Crocifissione Gavari di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Crocifissione Gavari di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Eccoci nuovamente insieme per scoprire altri dettagli su un quadro di Raffaello Sanzio. Negli ultimi tempi ci stiamo concentrando particolarmente sulla carriera artistica di questo famosissimo pittore del Cinquecento, andando a scoprire le sue opere più grandi ed effettuando analisi di quest’ultime. L’opera che andiamo ad analizzare oggi è intitolata “Crocifissione Gavari”.

In questo articolo troverete tutti i dettagli relativi a questo quadro, partendo dalla storia della commissione fino a giungere all’ubicazione odierna, per poi passare all’analisi stilistica dell’olio su tavola e scoprire il significato della scena che il Sanzio ha deciso di rappresentare, studiando i personaggi e la composizione.

Crocifissione Gavari Raffaello Sanzio analisi

“Crocifissione Gavari” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1502-1503

Dimensioni: 279 x 166 cm

Dove si trova: National Gallery, Londra

Stando alle fonti storiche ed agli studi effettuati, “Crocifissione Gavari” sarebbe stata richiesta su commissione della famiglia Gavari (da cui prende il nome) per la chiesa di San Domenico presso la Città di Castello. L’opera è stata successivamente venduta ai francesi, per poi giungere presso la collezione Fesch, poi presso quella del principe di Canino ed infine in varie collezioni inglesi, di cui ricordiamo in particolare la collezione Mond, dove infine venne lasciata in eredità presso la National Gallery di Londra nel 1924.

Differentemente da altre opere del Sanzio, questa ha avuto una storia relativa alla sua trasmissione molto più semplificata, ma ciò non toglie che anche questa “Crocifissione Gavari” sia un’opera di prim’ordine e di notevole importanza artistica. Adesso procediamo all’analisi stilistica della scena rappresentata.

Stando al titolo dell’opera, sulla croce è rappresentato Cristo, in alto a sinistra si trova il Sole, mentre in alto a destra la Luna; sotto i due astri si trovano due angeli vestiti con colori opposti, i quali stanno raccogliendo attraverso dei vasi, il sangue che sgorga dalle ferite di Gesù. Ai piedi della croce si trovano quattro santi, dove oltre alla tradizionale triade (Maria, San Giovanni Apostolo, Maria Maddalena) presente di solito alla Crocifissione, si aggiunge anche la figura di San Girolamo. Proprio la figura di San Girolamo riveste particolare importanza, poiché l’altare dove doveva giungere l’opera era intitolato proprio a lui. Dietro al gruppo di personaggi si nota un paesaggio naturale, con in estrema lontananza qualche accenno di edifici, che alcuni studiosi hanno identificato come uno scorcio di Firenze.

Concentriamoci sulle figure presenti nella composizione: l’inedita presenza del Sole e della Luna, tradizionalmente sembrano rimandare all’Alfa ed all’Omega, che rappresentano inizio e fine dell’Incarnazione divina; curiosamente questi due elementi sono presenti nella composizione di Raffaello anche se proprio durante il Concilio di Costantinopoli del 680, fu chiaramente proibito di utilizzare questi elementi perché potevano essere simboli anche di altri religioni non cristiane.

Il primo storico dell’arte, Vasari, riporta all’interno dei suoi studi che ad una prima analisi, nessuno darebbe adito al fatto che questo quadro potesse essere di Raffaello, bensì verrebbe subito legato allo stile inconfondibile di Pietro Perugino: le figure sono rappresentate in una posa di contemplazione, l’inconfondibile rappresentazione del paesaggio naturale e anche la presenza dei due angeli in modo simmetrico e con i tradizionali nastri mossi dal vento. Nonostante tutti questi richiami al Perugino, il Sanzio si distingue particolarmente per l’innovativa posizione dei Santi presso la croce, che trasmette un senso di profondità e poi anche la rappresentazione di Cristo che sembra tendere verso sinistra e che lascia presagire una migliore veduta a sinistra da parte dello spettatore.

I colori sono molto interessanti: cromie scure si alternano a quelle chiare, ponendo sfumature scure in primo piano e dando la possibilità di risaltare ai personaggi con delle vesti sgargianti e allo stesso modo anche il paesaggio in secondo piano, pregno di colori molto leggeri, sembra essere una veduta di un piccolo paradiso terrestre.

Crocifissione Gavari di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Belle Jardinière (Bella giardiniera) di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Belle Jardinière (Bella giardiniera) di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Eccoci in un nuovo appuntamento con un altro quadro di Raffaello Sanzio, di cui stiamo ripercorrendo nelle ultime settimane la sua carriera artistica mediante i suoi lavori più belli. Dopo aver visto l’importante opera che mostra la vicinanza di Raffaello allo stile del Perugino, ovvero “Crocifissione Gavari”, adesso proseguiamo con un altro quadro molto interessante, intitolato “Belle Jardinière”.

All’interno di questo articolo troverete tutte le informazioni su quest’opera, partendo dalla storia della commissione fino a giungere all’analisi stilistica dello stesso dipinto. Per ulteriori aggiunte od informazioni che volete vengano integrate all’interno di questo articolo, non dovete fare altro che lasciare un commento in fondo a questo articolo.

Belle Jardinière Raffaello Sanzio analisi

“Belle Jardinière” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1507

Dimensioni: 122 x 80 cm

Dove si trova: Musée du Louvre, Parigi

Partiamo prima di tutto dal fatto che l’opera è autentica ed è stata realizzata da Raffaello, poiché troviamo la sua firma in due parti differenti del dipinto: troviamo scritto “RAPHAELLO URB.” proprio sulla veste appoggiata sul piede della Vergine, e poi “MDVII” sul gomito sempre di Maria. Ricercando tra le fonti, l’opera è stata effettuata per l’abbiente Filippo Sergardi, ma Raffaello dovette lasciare incompiuta l’opera per partire alla volta di Roma, facendo si che la composizione venisse completata dal Ghirlandaio. Terminato il lavoro, Francesco I di Francia, a titolo del Sergardi acquistò l’opera, portandola però fuori dall’Italia e giungendo in Francia, dove si trova tutt’ora.

La breve storia del trasporto della “Belle Jardinière” era la parte iniziale del nostro articolo ed ora passiamo all’analisi stilistica. I soggetti, come ormai da tradizione di innumerevoli opere del Sanzio, sono la Vergine Maria, Gesù Bambino e San Giovanni Battista bambino. La scena è settata in n ambiente bucolico, di cui si scorge alle spalle un piccolo scorcio urbano. Tutte e tre le figure sono collegate tra loro tramite i gesti, e formano anche una piramide di cui la Madonna è la punta.

Proprio come accade anche in altre opere di Raffaello, anche in questo caso è palese l’influsso del collega Leonardo da Vinci, da ricercare soprattutto nella concatenazione di gesti che collega i tre soggetti, ma allo stesso tempo si distacca dallo stile del Da Vinci mettendo in primo piano la tenerezza dei gesti e delle espressioni, una caratteristica che ritroviamo spesso nello stile di Raffaello.

Madre e figlio si scambiano lo sguardo, mentre la prima lo sorregge e lui si appoggia alla madre, cercando di prendere il libro che Maria ha sul gremo, generando una sorta di affettuoso abbraccio, e dall’altra parte San Giovanni Battista (riconoscibile attraverso i tradizionali attributi come la logora veste e la croce che porta con se) si inginocchia davanti al Salvatore.

Non troviamo i soliti colori di Raffaello, bensì delle cromie che rimandano al mondo della terra (giallo, marrone e simili), proprio come in molte altre opere di Leonardo da Vinci, a cui però si contrappongono i colori della bellissima veste di Maria, ovvero il rosso, ed il blu, perfettamente intonati e non disturbanti rispetto al resto della composizione.

Belle Jardinière (Bella giardiniera) di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Arte Fiera 2016 in mostra a Bologna dal 29 Gennaio 2016 al 1 Febbraio 2016

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Arte Fiera 2016 in mostra a Bologna dal 29 Gennaio 2016 al 1 Febbraio 2016
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Proseguiamo con l’elenco delle più importanti mostre ed eventi artistici in Italia man mano che ci avviciniamo al termine di questo 2015 e ci approssimiamo invece all’apertura del nuovo anno, che con se già porta innumerevoli eventi da tenere d’occhio, come la mostra su Andy Warhol a Roma, o anche quello di cui andiamo a parlare proprio ora, ovvero la Quarantesima edizione di Arte Fiera.

All’interno di questo articolo vi parleremo di questo evento, riportandovi tutti i dettagli del caso, quali luogo dell’esposizione, orari di apertura e molto altro, e terremo sempre aggiornato questo articolo man mano che verranno aggiunte ulteriori informazioni che potranno essere utili agli utenti e visitatori dell’evento.

Arte fiera 2016 bologna costo dettagli

Arte fiera 2016 Bologna (IMMAGINE ARTEWORLD)

Luogo dell’esposizione: Quartiere Fieristico di Bologna, Bologna

Data apertura mostra: 29 Gennaio 2016

Data chiusura mostra: 1 Febbraio 2016

Orari di apertura al pubblico: Da Venerdì 29 a Domenica 31 dalle 11.00 alle 19.00; Lunedì 1 Febbraio dalle 11.00 alle 17.00

Costo biglietto: 20,00€ Biglietto Giornaliero; 35,00€ Abbonamento 4 Giorni; 33,00€ Abbonamento 3 Giorni; 30,00€ Abbonamento 2 Giorni (Sul sito ufficiale è possibile visualizzare ulteriori sconti e offerte) 

La mostra “Arte Fiera 2016” è un importante evento che si propone annualmente e che proprio nel 2016 giungerà ai suoi 40 anni; avendo raggiunto questo importante traguardo, l’evento porrà un importante accento su tutti coloro che hanno fatto la storia di questo appuntamento, dove spiccano artisti, galleristi, personaggi e molti altri, i quali hanno avuto tutti una caratteristica in comune: l’essere passati attraverso i padiglioni di Bologna.

Questa importantissima fiera costituisce un punto interessante dove verrà ribadita l’importanza dell’arte italiana che si sta affermando nel mondo, ma oltre che a guardare il presente, getterà uno sguardo anche sul futuro, riportando aspettative e innovazioni in questo mondo che merita sempre più interesse.

Strutturalmente, la Fiera, proprio come è accaduto negli appuntamenti precedenti, riporterà una classica esposizione delle più importanti Gallerie d’Italia e non solo, ma, proprio come accennavamo in precedenza, la storia di Arte Fiera, partendo dalla sua nascita fino a giungere ai tempi contemporanei.

Questa “Arte Fiera 2016” si propone come un appuntamento al quale non si può assolutamente mancare, dedicato a tutti gli amanti dell’arte e non solo. Parteciperete a questo evento? Fateci sapere cosa ne pensate o se desiderate ulteriori informazioni qui sotto con un commento sotto questo articolo.

Arte Fiera 2016 in mostra a Bologna dal 29 Gennaio 2016 al 1 Febbraio 2016
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Henri Cartier-Bresson ed altri in mostra a Milano dall’11 Novembre 2015 al 7 Febbraio 2016

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Henri Cartier-Bresson ed altri in mostra a Milano dall’11 Novembre 2015 al 7 Febbraio 2016
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Proseguiamo nell’elenco degli eventi artistici più interessanti e popolari in Italia. Oltre ad aver visto la prossima fiera dedicata all’arte a Bologna, e l’interessantissimo evento che vede protagonisti i pittori impressionisti a Roma, adesso ci spostiamo nel mondo della fotografia per scoprire un grande evento in atto a Milano e che vede come protagonista Henri Cartier-Bresson e tanti altri fotografi.

All’interno di questo articolo troverete tutti i dettagli inerenti a questa interessante mostra artistica che permetterà a tutti gli appassionati di scoprire da vicino lo stile artistico di tanti fotografi che hanno scritto la storia di questo mondo. Se siete particolarmente interessati alla storia e soprattutto allo stile di Henri Cartier-Bresson, non possiamo fare a meno di consigliarvi il libro che trovate nel link qui sotto, che analizza alla perfezione la vita di tale fotografo, mettendo in risalto la sua abilità e la sua leggendaria carriera.

Mostra Henri Cartier-Bresson Milano Novembre 2015 costo dettagli

Mostra Henri Cartier-Bresson Milano Novembre 2015 (IMMAGINE ARTEWORLD)

Luogo dell’esposizione: Palazzo della Ragione, Piazza dei Mercanti, Milano

Data apertura mostra: 11 Novembre 2015

Data chiusura mostra: 7 Febbraio 2016

Orari di apertura al pubblico: Martedì, Mercoledì, Venerdì e Domenica dalle 9.30 alle 20.30; Giovedì e Sabato dalle 9.30 alle 20.30

Costo biglietto: 12,00€ Intero; 10,00€ Ridotto (CLICCA QUI PER PRENOTARE IL TUO BIGLIETTO)

La mostra è intitolata “Henri Cartier-Bresson e gli altri. I grandi fotografi e l’Italia”, e come già riportato nel paragrafo precedente vedrà come protagonista lo stile in particolare di Cartier-Bresson, ma senza tralasciare gli altri 35 fotografi che andranno a comporre il percorso espositivo della mostra con le loro opere riguardanti l’Italia.

Il tema centrale è il nostro Paese, scoperto e studiato attraverso la lente di tanti fotografi differenti, i quali hanno approfondito tanti aspetti diversi, e che attraverso il loro lavoro hanno permesso di realizzare un ottimo percorso espositivo diviso qui in sette aree tematiche. Riassumendo brevemente, tra le varie opere messe in mostra troveremo: le foto di Robert Capa che ha documentato la Campagna d’Italia nel 1943 da parte dei soldati americani, poi le foto di Roma nel 1956 di William Klein, ma anche le foto di Sebastião Salgado, il quale ha raccontato l’umana avventura dei pescatori di tonni in Sicilia.

Ci saranno anche le bellissime foto di Helmut Newton, riguardanti Roma di notte e i suoi grandi monumenti, ma saranno presenti anche le foto di Claude Nori, legate alla personale ricerca di ricordi familiari nel panorama adriatico. Degna di nota è anche la presenza di Steve McCurry, il quale è stato protagonista assoluto di diverse mostre in Italia, di cui l’ultima è proprio a Forlì.

 Per lasciarvi il gusto di scoprire di persona la mostra non vi anticipiamo nient’altro, se non qualche altro nome degli artisti partecipanti: Alexey Titarenko, Abelardo Morell, Gregory Crewdson, Irene Kung, Paul Strand, Thomas Struth, Art Kane, Michael Ackerman, Joel Meyerowitz, Maggie Barret, Martin Parr, Nobuyoshi Araki, Sophoe Zénon, Elina Brotherus e tanti altri.

Se siete amanti della fotografia, non potete assolutamente mancare a questo appuntamento che vede raccolti così tanti importanti nomi tutti a Milano. Andrete a questo evento? Lasciate qui sotto con un commento il vostro pensiero.

Henri Cartier-Bresson ed altri in mostra a Milano dall’11 Novembre 2015 al 7 Febbraio 2016
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Ritratto di Maddalena Strozzi di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Ritratto di Maddalena Strozzi di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Eccoci nuovamente in compagnia delle opere di Raffaello Sanzio, che stiamo imparando a conoscere attraverso i suoi bellissimi lavori e che stiamo analizzando nelle ultime settimane sul nostro blog. Oggi, andremo a studiare un’opera molto interessante e legata ad un altro lavoro del Sanzio che abbiamo già analizzato, ovvero “Ritratto di Agnolo Doni”, e difatti, oggi andremo a studiare tutti i dettagli dell’opera intitolata “Ritratto di Maddalena Strozzi”.

In questo articolo troverete tutti i dettagli legati a quest’opera, partendo dalla storia della sua commissione fino a giungere all’analisi stilistica di tale ritratto effettuato da Raffaello Sanzio. Per qualsiasi informazione, potete lasciare un commento qui sotto e noi provvederemo a darvi le informazioni che ci richiedete.

Ritratto di Maddalena Strozzi Raffaello Sanzio analisi

“Ritratto di Maddalena Strozzi” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1506

Dimensioni: 63 x 95 cm

Dove si trova: Galleria Palatina, Firenze

La storia della commissione e il suo viaggio fino alla Galleria Palatina di Firenze è pressoché identica a quella del “Ritratto di Agnolo Doni”, e per evitare ripetizioni, vi riporteremo in maniera riassuntiva tutta la storia. I due ritratti sono stati commissionati da Agnolo Doni, il marito di Maddalena Strozzi, e furono due bellissimi lavori che vennero imitati fin da subito. Le opere rimasero in mano alla famiglia Doni fino al 1826, fino a che vennero entrambi venduti al granduca Leopoldo II di Toscana e che la portò definitivamente alla Galleria Palatina dove si trova tutt’ora.

Passiamo all’analisi stilistica dell’opera: a primo impatto, proprio come con il ritratto del marito Agnolo, ricorda moltissimo l’impostazione de “La Gioconda” di Leonardo da Vinci, ma ci sono sostanziali differenze. In un primo progetto dell’opera, invece del bel panorama alle spalle della donna, la scena doveva essere settata all’interno di una stanza. Maddalena ha lo sguardo verso lo spettatore ed il busto girato di tre quarti verso sinistra.

Molto interessante è lo sguardo del soggetto, poiché è sicuro e fissato direttamente sullo spettatore, e che simboleggia sicurezza e afferma lo status sociale della donna. Analizziamo ora le vesti di Maddalena: essa indossa delle vesti molto decorate e innumerevoli gioielli, tra cui la collana con ben tre pietre preziose differenti, ovvero uno smeraldo (simbolo della castità), il rubino (simbolo della forza), lo zaffiro (simbolo della purezza) e la grossa pietra bianca a forma di goccia indica invece la fedeltà coniugale.

Il vestito è di colore azzurro ed estremamente decorato, con delle maniche colorate con un blu deciso ma non disturbante, in contrasto con il colore arancio della veste. Tale ritratto, differentemente da quello di Agnolo Doni, è più idealizzato e meno realistico, come si conveniva nella ritrattistica di quei tempi, dove il Sanzio ha preferito prediligere l’esaltazione della condizione sociale della donna piuttosto che proporre un ritratto realistico.

In ultima istanza, è bene notare il paesaggio a cui facevamo riferimento in precedenza, nel quale gli studiosi hanno riconosciuto un tipico panorama della regione umbra.

Ritratto di Maddalena Strozzi di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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Eccoci nuovamente in compagnia delle bellissime opere di Raffaello Sanzio, il quale ha senza dubbio lasciato un’orma indelebile all’interno della storia dell’arte moderna. Nelle ultime settimane abbiamo imparato ad apprezzare e studiare molti dei suoi lavori, tra cui gli ultimi ritratti che abbiamo analizzato, ovvero “Ritratto di Maddalena Strozzi” e anche “Ritratto di Agnolo Doni”, di cui abbiamo scoperto la storia che li lega ed anche gli importanti dettagli che li hanno resi così popolari. Oggi, all’interno di questo articolo studieremo un’altra importante opera, intitolata “Ritratto di Baldassare Castiglione”.

Proprio come abbiamo fatto anche con altri importanti lavori di Raffaello e non solo, all’interno dell’articolo odierno, troverete la descrizione dell’opera, la storia relativa alla sua commissione e com’è giunto questo ritratto presso l’ubicazione odierna.

Ritratto di Baldassarre Castiglione Raffaello Sanzio analisi

“Ritratto di Baldassarre Castiglione” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1514-1515

Dimensioni: 82 x 67 cm

Dove si trova: Musée du Louvre, Parigi

Il soggetto e Raffaello erano grandi amici, e Baldassarre Castiglione è stato un importante studioso ed umanista del suo tempo. I due erano legati da diversi anni e probabilmente l’opera è stata realizzata come un gesto di stima da parte del pittore verso il Castiglione; quest’ultimo portò con se il proprio ritratto fino a Mantova, e successivamente andò a finire nel mercato artistico, spostandosi dall’Olanda fino a giungere a Madrid ed infine a Parigi, dove risiede tutt’ora.

Questo autoritratto è considerato come uno dei più belli ed influenti di tutto il Cinquecento, a tal punto che si contano importanti copie della stessa opera, una per mano di Pieter Paul Rubens ed una realizzata da Rembrandt. Riassunta molto brevemente la storia di questo interessantissimo quadro, adesso ci apprestiamo ad analizzare stilisticamente questo importante lavoro del Sanzio.

Baldassarre è rappresentato in un contesto abbastanza scuro, reso ancora più ombroso proprio dallo stesso soggetto; proprio come da consuetudine, il soggetto è rappresentato a mezzobusto e non completamente, e con lo sguardo rivolto verso lo spettatore. Effettuando una breve descrizione del soggetto, si può notare che pur essendo uno studioso, portava la barba lunga proprio come era di moda nel Cinquecento, e grazie allo sguardo completamente rivolto verso l’osservatore, Raffaello riesce a instaurare un buon rapporto tra soggetto ed osservatore.

L’espressione di Baldassarre è calma e riflessiva e rispecchia quindi un alto grado di intelligenza, a tal punto che si pensa che lo stesso soggetto abbia partecipato in prima persona alla realizzazione dell’opera. L’abito del Castiglione è quello che si conviene ad un ricco studioso: indossa una giacca nera con maniche di pelliccia ed anche un cappello scuro in tinta con la stessa giacca e che permette di delineare perfettamente il contorno del soggetto.

I colori utilizzati rimandano alle cromie della terra, proprio come accadeva in “Belle Jardinière” del Sanzio, selezionati con cura e ben distribuiti sulla tela e che permettono all’azzurro sguardo del soggetto di predominare rispetto al resto della composizione.

Ritratto di Baldassarre Castiglione di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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